Domande alle famiglie:
1) La professione e le competenze lavorative dei coach e dei collaboratori influiscono sul senso di sicurezza provato nell’affidare vostro/a figlio/a durante gli allenamenti e durante le trasferte?
2) Cosa significa per voi lo Shark Team 2000?
3) Ricordate un aneddoto divertente legato alla Shark Team?
Risposte:
Salvatore e Giovanna - genitori di Alessio:
1. Certamente. Noi vi affidiamo Alessio sicuri della vostra professionalità, competenza e umanità.
2. Lo Shark Team 2000 per noi è un esempio di inclusione. Significa che Alessio ha fatto, e speriamo continui a fare, esperienze di vita importanti.
3. Di aneddoto divertente mi ricordo di molti anni fa… il teatro “Il libro della giungla” in cui coach e atleti hanno collaborato e Fofo che faceva la parte di Sherkan la tigre in modo magistrale.
Più di aneddoti divertenti per noi ci sono stati molti momenti emozionanti come i giochi mondiali di Roma e Los Angeles (e speriamo ce ne saranno altri…).
E TUTTO QUESTO GRAZIE A VOI
Karin - mamma di Sophie:
1. Sicuramente. Sapere che mia figlia è affidata a persone che sono competenti nel loro ambito, sono
formate e costantemente aggiornate contribuisce alla nostra tranquillità.
2. Shark Team significa sì inclusione, ma si sente anche un senso di appartenenza difficile da trovare altrove.
3. In realtà non c'è un aneddoto in particolare che mi viene in mente, trovo sempre qualcosa di divertente in ogni attività organizzata.
Mariella e Luciano - genitori di Simona:
1) Reputiamo i monitori sempre molto competenti e trasmettono un senso di sicurezza indipendentemente dalla loro professione.
2) Questo è un gruppo con cui Simona ha partecipato a tutte le attività sempre molto volentieri; dove regna un senso di comunità e aiuto reciproco.
3) Il ricevimento alla stazione di Bellinzona al rientro dagli Special Olympics di Monaco a novembre 2024, che emozione!
Katya - membro di Comitato e mamma di Martina:
1) Ritengo che la formazione specifica a livello natatorio sia fondamenta per garantire un ambiente sicuro durante gli allenamenti. Un monitore con una solida preparazione nelle tecniche di nuoto, conoscenze delle normative di sicurezza e capacità di insegnare correttamente agli atleti è essenziale. Sebbene le competenze lavorative generali siano sicuramente importanti, credo che, in questo caso, sia la preparazione natatoria a fare la differenza, poiché è direttamente legata alla sicurezza in acqua e alla corretta gestione degli allenamenti. Le competenze nel nuoto, infatti, permette ai monitori di rispondere prontamente a qualsiasi situazione e di insegnare in modo efficace, riducendo al minimo i rischi. Tutto ciò vale anche, viste le competenze, durante le trasferte e al campo d'allenamento!
2) Shark Team: per me significa crescita reciproca dove tutti, con i loro pregi e difetti, contribuiscono a costruire un ambiente positivo, solidale e stimolante. È un gruppo che sa apprezzare l'individualità di ciascuno, ma sa anche come lavorare insieme per evolversi.
3) Ogni volta che ci si ritrova c'è sempre un'atmosfera che rende tutto speciale. A volte basta una battuta anche in momenti di concentrazione totale per rendere tutto più leggero. Soprattutto perché i nostri atleti, essendo quasi sempre di buon umore, trasformano ogni attimo in un momento unico e speciale.
Paola - coach e mamma di Danilo e Gioele:
1) Conoscere bene l’ambiente in cui si svolgono gli allenamenti e le trasferte mi dà grande fiducia nell’affidare i miei ragazzi allo Shark Team. So che tutti i monitori, anche i più giovani, sono costantemente aggiornati e in possesso del brevetto di salvataggio garantendo così un alto livello di sicurezza. Quello che rende davvero speciale questo gruppo è la varietà di competenze che ogni monitore porta con sé grazie al proprio background lavorativo e ai diversi corsi legati allo sport come il G+S e altre formazioni specifiche.
Questa diversità arricchisce l’esperienza dei ragazzi creando un ambiente ideale non solo per le attività legate all’acqua come il nuoto e le gare, ma anche per la gestione della quotidianità durante le trasferte. Oltre agli allenamenti infatti ci sono momenti importanti come i pasti e altre attività più ludiche che contribuiscono a rendere ogni esperienza completa e stimolante.
Per me, però, la situazione è un po' diversa perché oltre a essere mamma sono anche coach. Questo significa che "vedo" sempre i miei ragazzi; la vera difficoltà sta nel trovare il giusto equilibrio tra i due ruoli: non essere "mamma", ma coach. È una sfida continua, ma anche un’opportunità di crescita, sia per me che per loro.
2) Per me lo Shark Team rappresenta una grande esperienza di crescita e arricchimento. Quando siamo entrati a farne parte, è stata una sorta di prova, soprattutto per i miei ragazzi che non conoscevano ancora il mondo dell’handicap. Devo dire che si sono integrati subito molto bene instaurando un bel rapporto con tutti gli atleti e i monitori, hanno imparato ad aiutare chi ha bisogno, consigliare e guidare il prossimo in un modo molto speciale.
Dal mio punto di vista questa esperienza è anche formativa. Avevo già avuto modo di lavorare con alcuni allievi portatori di handicap in ambito scolastico, ma far parte di un gruppo sportivo inclusivo è qualcosa di ancora più profondo. Ti insegna tanto non solo a livello tecnico, ma specialmente a livello umano. Ti porta a vedere lo sport da un’altra prospettiva, a comprendere il valore della collaborazione e a ricevere molto più di quanto dai.
Lo Shark Team, per me, è un po’ come una grande famiglia dove ognuno trova il proprio spazio e viene supportato dagli altri. C’è un bellissimo spirito di squadra fatto di impegno, condivisione e tanta umanità che rende ogni allenamento e ogni trasferta un’esperienza speciale.
3) Con lo Shark Team l’allenamento è sacro… ma anche la cena post-allenamento non scherza! Dopo un'ora e mezza di fatica, sudore e sport il momento più atteso è quello in cui i miei figli si siedono e addentano il loro meritato panino.
Un giorno il destino ha deciso di metterci lo zampino. Uno dei due era malato, mentre l'altro ha partecipato all’allenamento. Finito tutto esce affamato, vede i panini pronti e… sorpresa! C'era solo il pane. Qualche squaletto aveva deciso di onorare lo spirito dello Shark Team e aveva fatto sparire la carne secca lasciando il panino tagliato e vuoto.
Sul momento la delusione era palpabile (dopo un allenamento la fame è fame), ma oggi questa storia è diventata una leggenda. Ancora ci chiediamo: chi sarà stato il misterioso ladro di carne secca? Colpirà di nuovo?
Domande ai collaboratori:
1) In che modo la tua esperienza quale agente di polizia ti aiuta a collaborare con gli atleti dello Shark Team 2000?
2) Quali valori condividi nell’attività di monitore/collaboratore e agente di polizia?
3) Ricordi un aneddoto divertente legato allo Shark Team?
4) Svolgi altre attività di volontariato?
Risposte:
Raffaele - agente Polizia Comunale Città di Locarno e collaboratore Shark (campo Mare):
1) Quello di essere più aperto nei pensieri, nei ragionamenti e nella ricerca della comprensione. Anche se, in verità, l’aiuto è inverso: l’esperienza nel volontariato influisce positivamente nella vita quotidiana e anche nella professione. Queste esperienze mi hanno insegnato ad essere più aperto a ragionamenti di persone e utenti molto diversificati.
I ragazzi sono spesso espansivi e sempre chiari, senza dopi sensi o fraintendimenti. Qualità spesso poco valorizzate, ma che insegnano molto. Io ho iniziato prima con il volontariato con i ragazzi (circa 1991) e solo più tardi in Polizia 2001.
2) La pazienza, l’educazione e il rispetto. Con i ragazzi succede tutto in modo molto spontaneo e ti favoriscono a dare il meglio di te. Spesso necessita più pazienza con gli utenti di polizia.
3) Si, ricordo una volta che non riuscivo a fare una cosa, un ragazzo con una calma e tranquillità (sorprendente) mi ha aiutato e spiegato come risolvere il mio problema. No comment!
4) Si, lo ritengo importante. Collaboro da anni con altri gruppi e associazioni.